Transizione 5.0: Il futuro dell’innovazione e della sostenibilità per le PMI Italiane

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La Transizione 5.0 prevede crediti d'imposta fino al 45% per le PMI italiane che investono in macchinari avanzati, energia rinnovabile e formazione del personale. Scopri come modernizzare la tua impresa, ridurre i consumi energetici e aumentare la competitività con le agevolazioni del Decreto Transizione 5.0.
Indice dei Contenuti

La Transizione 5.0 rappresenta un importante aiuto per il panorama industriale italiano, puntando a un futuro dove l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale si intrecciano. Il nuovo quadro normativo, delineato dal recente Decreto Transizione 5.0, offre alle piccole e medie imprese (PMI) italiane una straordinaria opportunità di modernizzare le loro strutture produttive, ridurre i consumi energetici e aumentare la competitività sul mercato globale. Ma cos’è esattamente la Transizione 5.0 e come possono le aziende beneficiare delle agevolazioni previste?

Transizione 5.0: Cos’è?

La Transizione 5.0 è un’iniziativa strategica che segna l’evoluzione del settore industriale verso un futuro più sostenibile e innovativo. Questo concetto va oltre la semplice digitalizzazione introdotta dalla quarta rivoluzione industriale, puntando su un modello integrato che combina tecnologia avanzata e sostenibilità. La Transizione 5.0 mira a sviluppare un’economia circolare dove i processi produttivi sono efficienti dal punto di vista energetico e rispettosi dell’ambiente. L’obiettivo è creare un ecosistema industriale che utilizza risorse rinnovabili, riduce le emissioni di carbonio e promuove la responsabilità sociale attraverso  l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e l’inclusione sociale, favorendo una crescita economica che sia al contempo competitiva e rispettosa del pianeta.

Credito d’imposta Transizione 5.0

L’11 giugno è stata diffusa la bozza del provvedimento attuativo del “Decreto Transizione 5.0”, ora al vaglio del MEF, che segue il decreto-legge Pnrr di febbraio 2024, che introduce il nuovo “Piano Transizione 5.0”.

Il Decreto Transizione 5.0 introduce un regime di credito d’imposta per incentivare le imprese a effettuare investimenti che migliorino l’efficienza energetica e promuovano la sostenibilità. Questo credito d’imposta può arrivare fino al 45% ed è strutturato su diverse fasce di investimento e premia maggiormente le aziende che raggiungono una significativa riduzione dei consumi energetici.

ll Piano Transizione 5.0 prevede un finanziamento di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, che saranno distribuiti alle imprese tramite il sistema del credito d’imposta, così ripartiti:

  • 3.780 milioni di euro per beni strumentali
  • 1.890 milioni di euro per sistemi di autoproduzione e autoconsumo di energia
  • 630 milioni di euro per la formazione.

Calcolo del credito d’imposta

È possibile usufruire del credito d’imposta per nuovi macchinari, progetti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili o per la formazione del personale. 

Credito d’imposta per macchinari nuovi e autoproduzione di energia da fonti rinnovabili:

  • 35% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro con una riduzione minima del 3% dei consumi energetici.
  • 15% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro con una riduzione minima del 5% dei consumi energetici.
  • 5% per investimenti oltre i 10 milioni di euro.
  • Maggiorazione fino al 45% per riduzioni dei consumi energetici superiori al 10% per la struttura produttiva o al 15% per i processi interessati​
  • Fino a 50 milioni di euro per ciascun progetto di innovazione. Questo tetto di spesa massima è valido per ciascun soggetto beneficiario e si riferisce all’anno di completamento del progetto. 
  • Il costo massimo per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è regolato da parametri specifici, ad esempio 900 €/kWh per sistemi di accumulo di energia elettrica

Formazione del personale:

  • 35% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
  • 15% del costo per la quota di investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro.
  • 5% del costo per la quota di investimenti oltre 10 milioni di euro.
  • Le spese per la formazione sono agevolabili fino al 10% del totale degli investimenti effettuati in beni strumentali, con un limite massimo di 300.000 euro

Il credito d’imposta riconosciuto può essere utilizzato esclusivamente in compensazione, a partire dall’anno successivo a quello di completamento degli investimenti. La compensazione avviene attraverso il modello F24, da presentare tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. 

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Aree di investimento

Progetti ammissibili

Gli investimenti ammissibili comprendono:

  • Beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa: i beni materiali nuovi devono essere strumentali all’esercizio dell’impresa e progettati per ridurre significativamente i consumi energetici e migliorare la sostenibilità operativa. Questi includono macchinari, impianti e attrezzature avanzate. Gli investimenti devono essere documentati con contratti e ordini che dettagliano le specifiche tecniche e le prestazioni energetiche attese. Il credito d’imposta massimo ottenibile è pari al 45%. 
  • Autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: inclusi impianti fotovoltaici, eolici e sistemi di stoccaggio dell’energia. Gli impianti devono essere dimensionati in modo da non eccedere il fabbisogno energetico dell’impresa, con una producibilità massima attesa non superiore al 5% del consumo energetico medio annuo. Il credito d’imposta per questi investimenti segue le stesse aliquote dei beni materiali nuovi e può essere maggiorato in caso di risparmi energetici superiori​.
  • Formazione del personale: I corsi devono essere mirati a sviluppare competenze nelle tecnologie digitali e sostenibili, e devono essere erogati da enti accreditati. Le spese per la formazione sono agevolabili fino al 10% del totale degli investimenti effettuati in beni strumentali, con un limite massimo di 300.000 euro.

Le spese devono essere sostenute tra il 1º gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025.

Progetti esclusi

Alcuni tipi di investimenti sono esclusi, in particolare:

  • Attività collegate ai combustibili fossili, eccetto:
    • Progetti per la produzione di energia elettrica e/o calore dal gas naturale, conformi al principio “non arrecare un danno significativo”.
    • Attività e beni che utilizzano combustibili fossili in modo temporaneo e inevitabile per una  transizione verso l’operatività senza combustibili fossili.
  • Attività nel sistema di scambio di quote di emissione dell’UE che generano emissioni di gas serra superiori ai parametri di riferimento, eccetto:
    • Progetti che non influenzano direttamente i consumi energetici relativi ai flussi inclusi nel piano di monitoraggio della CO2 dell’azienda.
    • Progetti relativi ai flussi inclusi nel piano di monitoraggio della CO2 dell’azienda, a condizione che le emissioni dirette di gas serra siano inferiori a quelle dell’anno precedente, considerando le variazioni nei volumi produttivi e nelle condizioni esterne.
  • Attività legate a discariche, inceneritori e impianti di trattamento meccanico biologico, eccetto:
    • Per gli inceneritori: investimenti in impianti destinati esclusivamente al trattamento di rifiuti pericolosi non riciclabili e impianti esistenti volti a migliorare l’efficienza energetica, catturare i gas di scarico o recuperare materiali dai residui di combustione, senza aumentare la capacità di trattamento o la durata di vita dell’impianto.
    • Per gli impianti di trattamento meccanico biologico: investimenti in impianti esistenti per migliorare l’efficienza energetica o le operazioni di riciclaggio, a condizione che non aumentino la capacità di trattamento o la durata di vita dell’impianto.
  • Attività che generano grandi quantità di rifiuti speciali pericolosi, eccetto progetti che:
    • Non aumentano i rifiuti speciali pericolosi per unità di prodotto.
    • Generano rifiuti speciali pericolosi destinati al recupero o smaltimento.
    • Sono destinati a siti industriali che non producono più del 50% in peso di rifiuti speciali pericolosi destinati allo smaltimento.
    • Riguardano siti industriali soggetti all’AIA, che negli ultimi 5 anni hanno superato i limiti di produzione di rifiuti pericolosi per non più di due anni.

Principio DNSH nella transizione 5.0

Un aspetto fondamentale della Transizione 5.0 è il rispetto del principio DNSH, ovvero “Do No Significant Harm” (Non arrecare danno significativo). Questo principio, stabilito dall’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852, impone che tutte le attività finanziate non devono arrecare danni significativi agli obiettivi ambientali. I progetti devono quindi essere progettati e attuati in modo da minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente.

Chi può accedere al credito d’imposta fino al 45%

L’accesso al beneficio è aperto a tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, settore economico e dimensione. 

Beneficiari 

  • PMI e grandi imprese con sede in Italia.
  • Stabili organizzazioni di soggetti non residenti in Italia.

Soggetti esclusi

  • Imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento o sottoposte ad altre procedure concorsuali.
  • Aziende destinatarie di sanzioni interdittive.
  • Imprese che non rispettano le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e gli obblighi contributivi.

Come accedere all’agevolazione 

Per accedere alle agevolazioni, le imprese devono presentare una domanda attraverso la piattaforma informatica dedicata “Transizione 5.0” sul sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE). La documentazione necessaria include:

  • Progetto di innovazione: dettagli tecnici e obiettivi di riduzione dei consumi energetici.
  • Contratti e ordini: relativi agli investimenti in beni strumentali.
  • Certificazioni e attestazioni: per dimostrare la conformità agli standard di sostenibilità e riduzione dei consumi.

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