ZES Unica Mezzogiorno: requisiti, scadenze e funzionamento

Zes unica mezzogiorno requisiti scadenze e funzionamento
Con il Decreto-Legge n. 124/2023, noto anche come “Decreto Sud”, è entrata in vigore la Zona Economica Speciale Unica (ZES Unica) nel Mezzogiorno, operativa dal 1° gennaio 2024. Sostituendo le precedenti otto ZES, offre fino al 70% di credito d'imposta per investimenti. La ZES Unica mira a centralizzare gli sforzi per rilanciare l'economia del Sud Italia, semplificando governance e incentivi.
Indice dei Contenuti

È entrata in vigore la Zona Economica Speciale Unica (ZES Unica), l’agevolazione che mira ad aumentare la competitività imprenditoriale delle zone del Mezzogiorno. 

Ufficialmente sancita dal Decreto-Legge n. 124/2023, noto anche come “Decreto Sud” (convertito in legge 13/11/23 n.162), la ZES Unica è entrata in vigore il 1° gennaio 2024, sostituendo le otto precedenti Zone Economiche Speciali delle regioni meridionali​.

I territori compresi nella ZES Unica

Prima dell’istituzione della ZES Unica, l’Italia aveva otto ZES principali, istituite nel 2017, distribuite all’interno di alcune regioni del Mezzogiorno:

  1. ZES Abruzzo
  2. ZES Basilicata
  3. ZES Calabria
  4. ZES Campania
  5. ZES Molise
  6. ZES Puglia
  7. ZES Sicilia
  8. ZES Sardegna

Queste zone offrivano una serie di benefici alle imprese che decidevano di stabilirsi al loro interno, tra cui agevolazioni fiscali, semplificazioni burocratiche e incentivi doganali. L’istituzione della ZES Unica  ha segnato un cambiamento radicale. Abolendo le precedenti ZES, ha creato un’unica grande zona che comprende l’intero territorio delle otto regioni del Sud Italia, e non solamente alcune aree di queste regioni. 

Nonostante il potenziale, infatti, l’implementazione delle ZES era stata caratterizzata da un percorso attuativo complesso e lento. Le zone hanno iniziato a diventare pienamente operative solo tra il 2021 e il 2022, con l’apertura dello “sportello unico digitale” (SUD) nel 2022. Dal 1° gennaio 2024, le otto ZES esistenti sono state sostituite da una Zona Economica Speciale Unica (ZES Unica), volta a centralizzare e ottimizzare gli sforzi per rilanciare economicamente il Mezzogiorno​. 

Differenze tra ZES Unica e precedenti ZES 

La ZES Unica presenta delle differenze non irrilevanti rispetto alle precedenti ZES, in particolare:

  • Territorio: La ZES Unica comprende l’intero Sud Italia, mentre le ZES precedenti erano aree delimitate all’interno di ogni regione.
  • Governance: Un unico organismo, l’Agenzia per la Coesione territoriale, gestisce la ZES Unica, al fine di eliminare la frammentazione e garantire azioni coordinate.
  • Incentivi: La ZES unica prevede un sistema di incentivi unico e semplificato per tutte le imprese che operano nella ZES.
  • Sburocratizzazione: Lo Sportello Unico Digitale (SUD) permette di presentare le istanze di autorizzazione in modo telematico, velocizzando le procedure per le imprese.
  • Focus: La ZES Unica ha un approccio strategico e settoriale, concentrandosi su filiere produttive con alto potenziale di crescita e innovazione.

ZES Unica: definizione e obiettivi

La Zona Economica Speciale (ZES) viene individuata in una specifica area geografica dello stato italiano, considerata “meno sviluppata” o “in transizione” (come designata dalla normativa europea), con lo scopo di promuovere lo sviluppo economico delle imprese già presenti e attrarre nuove attività imprenditoriali attraverso la creazione di condizioni più favorevoli sotto il profilo economico, finanziario e amministrativo.

L’obiettivo principale della ZES Unica è quello di favorire lo sviluppo e la coesione sociale delle aree meridionali attraverso l’attrazione di nuovi investimenti, la creazione di nuove imprese e la crescita dell’occupazione. Per raggiungere questo scopo, la ZES Unica offre alle imprese un credito di imposta proporzionato al progetto di investimento presentato. 

Investimenti ammissibili per usufruire del credito

Il credito d’imposta può essere utilizzato per attrezzature o impianti e per terreni o fabbricati a uso strumentale. Sono esclusi i beni destinati autonomamente alla vendita, i materiali di consumo e quelli trasformati o assemblati per ottenere prodotti commercializzabili.

Attrezzature e impianti

Le imprese possono usufruire di un credito d’imposta, che varia dal 15% al 70% in base alla dimensione aziendale e all’ubicazione, per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature destinati a strutture produttive, nuove o già esistenti, all’interno della ZES Unica. Questi investimenti possono essere effettuati anche tramite contratti di locazione finanziaria (leasing), prendendo come riferimento il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni, al netto delle spese di manutenzione.

Terreni e immobili strumentali

Anche per l’acquisto di terreni e immobili strumentali, se effettivamente utilizzati per l’esercizio dell’attività nella struttura produttiva, le imprese possono usufruire del credito d’imposta, che può variare dal 15% al 70% in base alla dimensione dell’azienda e alla regione di ubicazione. 

È importante sottolineare che gli investimenti in beni immobili sono agevolabili anche se i beni sono già stati utilizzati per attività economiche da altri soggetti. Tuttavia, il valore dei terreni e dei fabbricati ammessi all’agevolazione non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Gli investimenti devono avvenire tra soggetti indipendenti (senza rapporti di controllo o collegamento) e a condizioni di mercato, per garantire trasparenza e correttezza.

Limiti di spesa

Il credito d’imposta è calcolato in base al costo totale degli investimenti ammissibili. Tuttavia, c’è un limite massimo: per ogni progetto di investimento, l’importo del credito d’imposta non può superare i 100 milioni di euro. D’altra parte, non sono agevolabili i progetti il cui costo complessivo sia inferiore a 200.000 euro.

Per quanto riguarda le tempistiche, gli investimenti devono essere realizzati tra il 1° gennaio 2024 e il 15 novembre 2024. 

Chi può beneficiare dei vantaggi della ZES Unica

Possono beneficiare dell’agevolazione della ZES Unica (a prescindere dalla forma giuridica e dal regime contabile):

  • Tutte le imprese già operative nella ZES, che intendono ampliare la propria attività, diversificare la produzione o realizzare nuovi investimenti.
  • Le nuove imprese: che si costituiscono e si insediano all’interno della ZES.
  • Le imprese straniere: che decidono di investire in queste zone.

Non possono beneficiare delle agevolazioni:

  • Imprese dei seguenti settori:
    • Industria siderurgica, carbonifera e della lignite
    • Trasporti
    • Magazzinaggio e supporto ai trasporti e relative infrastrutture
    • Produzione, stoccaggio, trasmissione e distribuzione di energia e relative infrastrutture
    • Credito, finanza e assicurazioni
  • Aziende in stato di:
    • Liquidazione
    • Scioglimento
    • Crisi economica

Come funziona il credito d’imposta nella nuova ZES

Le imprese facenti parte della ZES Unica possono beneficiare del credito d’imposta per l’acquisto di attrezzature, impianti o fabbricati, per un importo determinato secondo la Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, che prevede:

  • Per le grandi imprese:
    • 40% per investimenti in Calabria, Campania, Puglia (eccetto aree di transizione giusta) e Sicilia
    • 30% per investimenti in Basilicata, Molise e Sardegna (eccetto aree di transizione giusta)
    • 50% per aree di transizione giusta in Puglia e 40% per quelle in Sardegna;
    • 15% per zone assistite in Abruzzo.
  • Per le medie imprese:
    • 50% per investimenti in Calabria, Campania, Puglia (eccetto alcune aree specifiche) e Sicilia.
    • 40% per investimenti in Basilicata, Molise e Sardegna (eccetto alcune aree specifiche).
    • 60% per aree di transizione giusta in Puglia e 50% quelle Sardegna.
    • 25% per zone assistite in Abruzzo.
  • Per le piccole imprese:
    • 60% per investimenti in Calabria, Campania, Puglia (eccetto alcune aree specifiche) e Sicilia.
    • 50% per investimenti in Basilicata, Molise e Sardegna (eccetto alcune aree specifiche).
    • 70% per aree di transizione giusta in Puglia e 60% per quelle in Sardegna.
    • 35% per zone assistite in Abruzzo.

Per i progetti di investimento con costi superiori a 50 milioni di euro, le percentuali massime di aiuto previste per le grandi imprese si applicano anche alle piccole e medie imprese (PMI). Questo significa che, in questi casi, le PMI possono beneficiare degli stessi incentivi fiscali delle grandi imprese. Per calcolare l’importo del credito d’imposta per questi grandi progetti, si utilizza la metodologia specifica chiamata “importo di aiuto corretto”.

Termini e scadenze per accedere al credito

Le imprese che vogliono usufruire del credito d’imposta devono presentare a partire dal 12 giugno ed entro il 12 luglio all’Agenzia Delle Entrate le spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e quelle che prevedono di sostenere fino al 15 novembre 2024.

Dopodiché per ottenere il credito d’imposta, le spese ammissibili dovranno essere confermate da una certificazione rilasciata dal revisore legale dei conti.

Le aziende che hanno presentato correttamente la domanda e realizzato investimenti inferiori a quelli dichiarati inizialmente dovranno comunicare l’importo effettivo investito e il relativo credito d’imposta dal 3 febbraio 2025 al 14 marzo 2025 all’Agenzia Delle Entrate.

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Modalità di accesso all’agevolazione

Le imprese potranno richiedere il credito d’imposta in compensazione presentando il modello F24 attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, a partire dal giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate (che fornirà maggiori indicazioni riguardo al modello di comunicazione, le istruzioni e le modalità di trasmissione). La richiesta potrà essere effettuata solo dopo aver realizzato l’investimento.

Inoltre, il credito d’imposta dovrà essere riportato nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui viene riconosciuto e in quelle dei successivi periodi d’imposta, fino a quando non sarà stato completamente utilizzato. Le aziende dovranno, inoltre, comunicare eventuali altri aiuti di Stato ricevuti per gli stessi costi e assicurare che il cumulo degli aiuti non superi i limiti consentiti dalle normative europee.

Il credito massimo disponibile sarà calcolato in base alle domande ricevute. Se le richieste i supereranno il limite di spesa totale previsto, pari 1.800 milioni, le imprese usufruiranno di un credito proporzionalmente ridotto. Se le domande saranno inferiori, sarà concesso il 100% del credito richiesto. Le imprese che beneficeranno del credito d’imposta dovranno mantenere la loro attività nella ZES Unica per almeno cinque anni dopo aver completato l’investimento. In caso contrario, perderanno i benefici ricevuti.

L’iter per accedere all’agevolazione della ZES unica può risultare complesso, soprattutto per le imprese che non hanno familiarità con le normative e le procedure coinvolte. Gli errori nella presentazione delle domande o nella gestione dei requisiti possono comportare la perdita dell’ agevolazioni, compromettendo così le opportunità di sviluppo e investimento.

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